giovedì 7 maggio 2015

EUROPA E POPOLO

Le parole sono sempre in movimento, a seconda anche dell'utilizzo che ne facciamo in un determinato contesto.
Cambiano anche di significato, a volte a ragion veduta, spesso per malafede o interesse.
L'aspetto più deleterio si registra quando il senso muta per un momento e, l'attimo successivo, se ne ripristina il significato originario. Come dicevo: a ragion veduta, sì, ma a ragion veduta nostra.
Prendiamo, per esempio, la parola "Europa".
Sentiamo e leggiamo sempre più frequentemente, ad abundantiam:
l'Europa ha deciso, l'Europa ha deliberato ecc..
Ma ci chiediamo, almeno qualche volta, che cosa è  (prealmente l'Europa e chi si nasconde dietro questo termine tanto abusato?
Essa è veramente la realtà che rappresenta gli interessi di cittadini che hanno scelto persone per rappresentarli a Bruxelles?
È, purtroppo, vero che gli europarlamentari nascondono le loro decisioni, a volte troppo stupide (per es.: le dimensioni delle mele e dei cocomeri), sotto l'ombrello dell'Europa.
Che, guarda caso (!) è fatta solo da loro che dicono di << lavorare per il popolo>>.
Ma popolo è ormai un termine privo di significato e, in misura maggiore, di forza contrattuale.
civis

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