mercoledì 13 maggio 2015

MAMMONA

Voglio fare una riflessione sul danaro.
Non mi interessa la storia della sua evoluzione come strumento di scambio qual è. Il suo utilizzo è ormai cosa pacifica. Tanto pacifica che il suo  uso è ormai un abuso da parte di molti.
1-Prima elementare constatazione: c'è chi dispone di moneta in eccessiva copiosità tanto da poterne utilizzare come carta igienica e c'è chi, per contro, non ha un euro per comprarsi due panini al giorno, perché, oggi, due panini costano letteralmente così.
Checché se ne cianci, la spiegazione di questo fatto è una sola: cioè, l'ingiustizia di fondo alimentata dall'egoismo e dall'avidità: possedendo di più conto di più nella società, si pensa.
Pura vanità, sia chiaro, ma che viene riconosciuta in un momento successivo, invero del tutto intellettualistico, che non intacca minimamente quanto si possiede.
2-Secondo punto, che consiste in una domanda: perché non fare un passo indietro e dimostrare che il danaro non offre felicita?
Sì, lo si predica da ogni pulpito. Ma, intanto, nessuno ne vuole fare a meno. Anzi, ci si arrabatta per accumularne sempre di più, nella tacita convinzione reale che si è quel che si possiede.
3-Una riflessione conclusiva ce la offre s. Paolo che ci invita a essere contenti davanti ad un pasto frugale e ad un abito non firmato.
Purtroppo, la società dei consumi che ci sommerge è diventata una società di rifiuti.

civis

IMMIGRAZIONE SELVAGGIA

L'ipocrisia aumenta a dismisura gli equivoci.
Si sa che la maggior parte delle persone che arrivano in Italia non hanno requisiti per essere considerati profughi.  Questi immigrati sono numeri per accrescere la speculazione di pochi che si arricchiscono sulla compravendita di esseri umani, con il silenzio dei politici.
Un altro aspetto per lo meno strano e paradossale si vede nelle richieste di sistemazione e di benefici extra da parte do molti immigrati o migrantes che dir si voglia: chiedono privilegi che gli italiani non hanno e non su sognano di chiedere.
Ora, ricorrono anche allo sciopero e all'aggressione alla polizia.

civis