giovedì 14 maggio 2015

LA SCUOLA OLTRE LA BUROCRAZIA

La colluvie di interventi ministeriali, ancorché pomposamente conclamati come riforme, non serve, di per sé, a rendere operativo il cambiamento della scuola.
Le intenzioni sono quasi sempre condivisibili, in quanto mirano ad una formazione sempre più aderente alla realtà socioculturale che è l'extra-scuola in tutta la sua variegata offerta, sia in positivo sia in negativo.
Tuttavia, le attività svolte a scuola si discostano, non di rado, dall'obiettivo-base che è la formazione.
Tanto per non rimanere nel vago, già nel 1997, un'apposita commissione, istituita dall'allora ministro Berlinguer aveva elaborato un rapporto su "Le conoscenze fondamentali dei giovani nella scuola italiana nei prossimi decenni", invitando le istituzioni a esprimere le loro osservazioni.
A parte il fatto che i progetti a così lunga scadenza sono una manna per chi li scrive, dato che, alla fine, nessuno ne verificherà la realizzazione, si rilevò, allora, la tiepidezza con cui hanno risposto gli operatori scolastici (appena il 45,6 per cento!).
A questo punto, qualche profana considerazione può essere esposta.
Prima di tutto, come detto, la congerie di interventi legislativi non genera, ipso facto, un qrtouadro scolastico coerente con la formazione che deve essere fornita come strumento di conoscenza e di rapporto con l'extra-scuola. In vista di questo obiettivo va, infatti, evidenziato, a caratteri cubitali, un principio antico che reclama "maxima reverentia" nei confronti dell'alunno, sottindendo chiaramente che la "reverentia" equivale al diritto di apprendere da parte dell'alunno e al dovere di fornire operatori e strumenti idonei da parte dell'istituzione.
Segno di rispetto è accettare preliminarmente come dato di fatto che lo studente frequenta la scuola perché sa di non sapere e presume che la scuola sia in grado di aiutarlo a colmare tale naturale lacuna, tenendo conto sia delle modalità sia del ritmo di apprendimento propri di ogni individuo, anche per disambiguare gli svariati segnali provenienti dall'esterno.
Questo approccio, a prescindere dagli interventi burocratici, richiede inevitabilmente, e non discrezionalmente, un'obiettiva riflessione sul ruolo di tutti gli operatori scolastici, senza vincoli di progetti che vanno in direzione divergente rispetto allo scopo di fornire strumenti per stimolare il senso critico capace di fronteggiare l'invasione dell'extra-scuola che propone una cultura contigua indiscriminata.
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