venerdì 8 maggio 2015

RIFORMA SCOLASTICA

Partiamo da un dato di fatto: la realtà mette in risalto la persistenza di una preparazione scolastica poco rassicurante.
Il fenomeno, ancorché generalizzato, non è interamente imputabile alla scuola, che ha meriti e pecche ascrivibili a singoli operatori.
La scuola non è un'istituzione astratta e asettica, dove sono chiamate a convivere persone diverse per provenienza sociale, economica e culturale. Essa, perciò, risulta l'intreccio reciproco delle caratteristiche ambientali che l'alunno, soggetto soggetto di istruzione, porta con sé, spesso in modo inconscio, a livello di stato d'animo latente.
Insomma, l'ambiente diversificato di provenienza costituisce quella che, altre volte, ho definito cultura contigua, cioè talmente vicina che influisce, quasi automaticamente, sulla formazione del giovane e che, oggi, risulta preponderante attraverso i mass-media.
Conclusione: la scuola, se veramente riformata, deve inserirsi tra l'alunno e le offerte della società, puntando a stimolare il senso critico attraverso lo studio e non considerando l'alunno un mero contenitore vuoto da riempire.
Soltanto con tale metodo, il ragazzo sarà in grado di fronteggiare anche la cultura contigua proveniente da molte fonti.

civis

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